articolo e foto dal sito Voce Isontina – Ivan Bianchi
La cattedrale di Gorizia ha accolto nel pomeriggio del 26 dicembre un numeroso pubblico per il tradizionale appuntamento del giorno di Santo Stefano, incentrato sull’adorazione eucaristica e sul concerto natalizio della Združenje cerkvenih pevskih zborov, l’Associazione dei cori parrocchiali sloveni della città. La celebrazione è stata guidata da monsignor Carlo Bolcina, canonico del Capitolo metropolitano theresiano e parroco di diverse comunità slovene dell’arcidiocesi goriziana.
La serata è stata impreziosita dal canto corale dei cori associati, diretti da David Bandelj e accompagnati all’organo da Silvan Zavadlav. Il concerto ha offerto un programma musicale vario, anticipato da un intervento di Martina Valentinčič, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di promuovere la pace in un periodo segnato da conflitti internazionali.
“In tempi come questi – ha osservato Valentinčič – si parla di strategie diplomatiche, investimenti militari e impatti economici, ma la cultura rimane ai margini, considerata secondaria. Invece, abbiamo bisogno di più cultura: spettacoli, mostre, libri. Solo attraverso un approccio culturale che sappia gestire i conflitti possiamo evitare di precipitare nella guerra”.
L’oratrice ha sottolineato il valore del confronto culturale come processo di crescita collettiva e personale. “La cultura implica dialogo, è il risultato di un incontro tra l’individuo e il mondo circostante, dalla scienza all’arte. È un ponte tra comunità diverse, capace di trasformare il conflitto in armonia. Suonare in un’orchestra o cantare in un coro ne sono esempi concreti: non basta la tecnica, serve ascolto reciproco per creare melodie e armonie”. Valentinčič ha poi evocato figure come Lojzka e Andrej Bratuž, Silvan Kerševan e Hilarij Lavrenčič, modelli di vita che hanno scelto la cultura come strumento di pace e dialogo.
Quest’anno il concerto ha posto l’accento sulla tradizione del canto corale maschile, un patrimonio in difficoltà negli ultimi tempi. Come spiegato da David Bandelj, il coro maschile, formato da membri di diversi gruppi associati, ha proposto un repertorio che spaziava dagli arrangiamenti di Tomc del corale di Trubar “Hvalimo mi danes Boga” a brani di Lojze Bratuž come “Veseli čas praznikov”, fino a inni natalizi e classici come “Sveta noč”, interpretato in un doppio coro maschile in memoria di Matjaž Šček e del leggendario coro maschile di Ajdovščina Srečko Kosovel.
Bandelj ha concluso esprimendo un augurio: “Spero che il concerto di oggi dimostri che il canto maschile non è scomparso e ha ancora molto da offrire”.