“Un uomo che ha speso tutta la sua vita per testimoniare il Cristo morto e risorto”

foto: Vatican News/Sir – articolo “Voce Isontina”

Papa Francesco ci ha lasciato questa mattina, il Lunedì dell’Angelo, il giorno dopo la Pasqua ma nel tempo di Pasqua e questo è davvero un motivo di Speranza per tutti.
È stato un uomo che ha speso tutta la sua vita per testimoniare il Cristo morto e risorto. Quel Cristo che muore ancora oggi, ogni giorno, nelle situazioni di guerra, nei poveri, nei sofferenti che sono stati sempre al centro dell’attenzione del suo Pontificato.
Un’attenzione espressa con le parole ma soprattutto con i gesti.
La sua premura verso gli ultimi ed i poveri è stata ribadita fin negli ultimi momenti di vita quando – nel Giovedì Santo – ha voluto incontrare i detenuti nel carcere di Rebibbia.
Questa attenzione alla croce è così diventata apertura alla Speranza.
Non possiamo, poi, dimenticare come proprio durante la sua visita al Sacrario di Redipuglia, nel settembre 2014, ammonì l’umanità sui rischi di una terza guerra mondiale “combattuta a pezzi”: parole di cui mai forse come in questo momento comprendiamo la portata.
Ci sarebbe piaciuto averlo fra di noi in occasione dell’evento che vede Gorizia accompagnare NovaGorica nell’esperienza della capitale europea della cultura: sarebbe stata l’occasione per presentargli il cammino di riconciliazione e pace che tanti uomini e donne hanno saputo vivere e testimoniare in questa parte d’Europa per decenni divisa di muri e dai confini.
Ci ha lasciato ieri, nel giorno di Pasqua, con parole di Speranza: in questo Anno Santo, il tempo giubilare ci invita ad “essere pellegrini di Speranza”, ad essere persone che lavorano per la pace, per la fraternità, per la dignità umana (come ci ha ricordato con l’Enciclica “Fratelli tutti”) ma anche per l’ambiente, per la natura, per la Casa comune che il Signore ha affidato nelle nostre mani (secondo quanto evidenziato nella Laudato Sì).
E tutto questo in un cammino di pace e serenità.
È questo il Messaggio che il Papa ci lascia e di questo vogliamo ringraziarlo.

+ vescovo Carlo