Le guerre e il confine

Un passato recente segnato dalla guerra

La terra di Gorizia ha conosciuto il dolore e la sofferenza di innumerevoli conflitti. Dalle sanguinose battaglie dell’Isonzo e del Carso durante la Prima Guerra Mondiale all’occupazione nazista e alla resistenza partigiana della Seconda Guerra Mondiale, fino alle guerre jugoslave degli anni ’90, la città e il suo territorio portano le cicatrici di un passato tragico.

Le ferite del Carso

Il Carso, teatro di cruenti scontri durante la Prima Guerra Mondiale, conserva ancora oggi le tracce di un passato di dolore. Le trincee, i sacrari militari e i cimiteri di guerra sono testimoni silenziosi della devastazione causata dal conflitto. La memoria di questa tragedia rimane indelebile nella popolazione locale.

La divisione della città

Un momento particolarmente drammatico nella storia di Gorizia si verifica nel 1947, quando l’Europa, uscita stremata dal secondo conflitto mondiale, viene divisa dalla “cortina di ferro”. La città, situata al crocevia tra il blocco comunista orientale e quello democratico occidentale, ne subisce le drammatiche conseguenze.

Il confine di filo spinato

Il 15 e 16 settembre 1947, il confine goriziano viene tracciato con fredda precisione, separando in due la città, le sue strade, le sue case e persino le famiglie. La lacerazione è profonda e provoca un esodo drammatico: molti cittadini, per evitare di ritrovarsi in uno Stato a cui non sentono di appartenere, abbandonano le loro case e i loro averi.

La speranza di un futuro migliore

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, il confine goriziano rimane invalicabile. La tensione è palpabile, la paura pervade la quotidianità. Tuttavia, la speranza di un futuro di pace e di riunificazione inizia a germogliare. Nasce il sistema dei lasciapassare, che permette un attraversamento più regolare, seppur controllato, del confine.

La caduta del confine

La svolta decisiva arriva il 30 aprile 2004, con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. A Gorizia, Piazza Transalpina, un tempo simbolo della divisione, diventa il palcoscenico di un evento storico: autorità italiane e slovene, insieme a cittadini e giornalisti, abbattono la rete di frontiera, celebrando la caduta del confine e l’ingresso della Slovenia nella famiglia europea.

Un simbolo di pace e di unione

Dal 2007, con l’entrata della Slovenia nell’area Schengen, la circolazione diventa libera e senza controlli. La divisione di Gorizia è stata una ferita profonda, ma la caduta del confine e l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea hanno sanato questa ferita, trasformando Gorizia in un simbolo di pace, di riconciliazione e di unione europea.

Un monito contro le divisioni

La storia di Gorizia è un monito contro le divisioni e le barriere ideologiche. È un esempio di come la speranza, la tenacia e il dialogo possano portare alla riconciliazione, all’integrazione e alla costruzione di un futuro migliore.